ECONOMIA &LAVORO

 
 
 
 
HOME DEL DOSSIER

La Fidia riparte da Abano per sbarcare al Nasdaq

di Franco Vergnano

Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva
commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
10 gennaio 2010

Da un laboratorio di Abano Terme (Padova) al Nasdaq. È il percorso virtuoso della Fidia. Un'azienda biotech arrivata a New York partendo dall'acido ialuronico, sì proprio quello diventato popolare con le applicazioni estetiche: in realtà è un componente chiave dei tessuti connettivi che conferisce alla pelle proprietà di resistenza e mantenimento della forma (la sua mancanza determina infatti un indebolimento della cute spianando la strada alle rughe e ad altri inestetismi).
L'acido ialuronico è un polimero naturale che riduce la propria concentrazione nei tessuti con l'avanzare dell'età. E alla Fidia hanno studiato questa caratteristica fino a "costruire" dei "condrociti" (così li chiamano i tecnici di laboratorio) in grado di "rigenerare" la pelle. Ma soprattutto le cartilagini, cioè i "cuscinetti" fondamentali che ci permettono di stare in piedi fungendo da veri e propri "ammortizzatori" delle vertebre dorsali, lombari, cervicali e assicurano la mobilità delle nostre articolazioni a cominciare da ginocchio, anca, spalla, ecc.
Tutte applicazioni biotecnologiche che si stanno sempre più diffondendo a livello internazionale (basti pensare che, partendo da poche cellule, in meno di un mese i tecnici della Fidia sono in grado di "costruire in laboratorio la «pelle» sufficiente per salvare un ustionato di quarto grado).
«Ed è proprio questa tecnologia d'avanguardia certificata da una sessantina di brevetti internazionali – come spiega Lanfranco Callegaro, chief operating officer della Fidia – che ha fatto gola all'americana Anika Therapeutics del Massachusetts, un'azienda localizzata nel distretto Usa del biotech. Al punto da convincere il top management della società leader nello sviluppo di prodotti innovativi nella cura e nella rigenerazione dei tessuti a partire da Boston per arrivare ad Abano Terme e convincere gli imprenditori della P&r holding che controllano la Fidia a cedere la Fab (Fidia advanced biopolymers)».
Ma la peculiarità dell'operazione, come aggiunge Mauro Brunelli, responsabile merger & acquisition della Mittel (la società che ha fatto da advisor nell'intesa), consiste non tanto nella vendita, quanto nelle modalità della transazione che ha consentito alla Fidia di diventare il primo azionista della società americana quotata al Nasdaq.
«In effetti – racconta Callegaro – cercavamo da tempo una traiettoria di sviluppo che ci consentisse di decollare a livello globale dove già realizziamo il 45% del business. E, dopo un paio d'anni di ricerche, l'abbiamo appunto trovata nella società Usa. Infatti, nell'accordo di vendita della Fab ci sono anche altri otto contratti con intese di commercializzazione all'estero dei nostri prodotti, di fornitura, di produzione, di sfruttamento dei marchi, ecc. Inoltre la società Usa si è impegnata a potenziare il sito di Abano Terme facendone la base per le sue attività Ue. Rafforzati dall'intesa continueremo a svilupparci all'estero. Abbiamo aperto in Cina, a Shangai. La prossima mossa sarà l'espansione nell'Europa dell'Est».
La cessione da parte di Fidia della controllata di medicina rigenerativa è avvenuta per 34 milioni di dollari. Il pagamento è stato effettuato per 17,1 milioni di dollari in contanti. Per il rimanente 50% la Fidia ha ottenuto 1.981.000 azioni Anika (pari a circa il 14,7% del capitale sociale).
«Con questa operazione Fidia – spiegano i vertici dell'azienda veneta – prosegue con successo sia nel piano di concentrazione delle attività sia nella propria strategia di espansione geografica attraverso alleanze con società operanti su frontiere considerate non ancora abbastanza presidiate».
La Fab, nata nel 1992 dal Dna nella mitica Connettivina (garze medicate per ustionati) è stato un vero e proprio innovatore nell'acido ialuronico: non a caso la Fidia (tra le prime società mondiali a registrare dei brevetti nel settore) porta in dote il patrimonio di decine di brevetti che trovano applicazione in ortopedia, cardiochirurgia, urinoginecologia e otorinolaringoiatria.
Grazie all'operazione Fidia, oltre a mantenere il rapporto di fornitore esclusivo di Fab, sarà anche distributore per l'Italia e l'Europa sia dei prodotti Anika sia di quelli Fab (da notare che il gruppo padovano si è recentemente dotato di una propria società, controllata al 60%, per la commercializzazione diretta dei farmaci). Inoltre Fidia, grazie all'acquisizione del pacchetto di azioni Anika, avrà diritto di nominare un membro indipendente nel board Usa.
Tra i numerosi "fall out" della transazione, Anika trasferirà parte della produzione Fab (gel e creme) in un nuovo impianto a Boston mentre manterrà la struttura di ricerca specializzata nell'ingegneria dei tessuti (il «tissue tech») ad Abano.
L'amministratore delegato di Fidia, Antonio Germani, che ha seguito l'operazione passo dopo passo, si dice «fermamente convinto che l'operazione rappresenti una tappa chiave per la crescita: abbiamo l'obiettivo di esportare l'80% della produzione entro cinque anni. A seguito della piattaforma elaborata con Anika, stiamo studiando con gli azionisti alcune operazioni che dovrebbero rafforzare ulteriormente la vocazione internazionale del gruppo. Già oggi siamo presenti in oltre 80 paesi».
  CONTINUA ...»

10 gennaio 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-